Europe, pronti per la battaglia

In foto: Joey Tempest e la band Europe
Per l’imminente primavera, la band capitanata dal carismatico e, soprattutto in scena, fragoroso Joey Tempest, ha messo a punto un preciso piano di attacco. Il 3 marzo ci sarà da tremare, ma niente paura, sarà un tremolio dovuto al potente hard rock degli svedesi della ultra premiata Final Countdown. I cinque hard rocker, hanno segnalato che il nuovo cd è pronto. L’album conterrà brani pervasi dallo spirito musicale che li segnò quando erano solo dei ragazzini, quando, guardando in tv i Deep Purple, sognavano di girare il mondo come loro.
La band – All’epoca, tutti e cinque adolescenti, pensavano che la loro passione fosse grande, ma era grande anche la possibilità di non farcela. Poi, come (non) sempre succede, il loro talento prorompente – erano i famigerati anni ’80 -, li portò all’attenzione del pubblico pronto ad osannarli: la realtà delle ragazzine urlanti, più i ragazzini abilitati e autorizzati a imitarli mentre cantavano Rock the Night, li convinse che, insomma e almeno un po’, erano diventati dei re del rock. Negli anni ’90, le estenuanti tournee e le pressioni della casa discografica che voleva bissassero le vendite di Final Countdown, li portò all’azzeramento dell’avventura Europe. I cinque re si salutarono. D’altra parte Cobain stava portando in giro una nuova sensibilità musicale: il grunge stava soppiantando tutto quello che fino a quel momento era stato fatto in campo rock.
Gli Europe – Il terzo millennio, comunque e superato l’ibridazione grunge – tutto sommato un genere decadente e senza grandi prospettive di evoluzione -, Tempest suona l’adunata e i cinque templari del rock ricominciano a soffiare nelle loro trombe, pardon, chitarre e drum! Nascono così degli ottimi LP, fino ad arrivare a War of Kings: quasi un’autocitazione. All’agenzia ANSA il frontman Joey ha dichiarato che, da una parte (e non si capisce il perché), i tempi di The Final Countdown e Carrie sono lontani, dall’altra che i brani di War of Kings rappresentano il loro sguardo sul futuro. Più precisamente, ha parlato di organo Hammond, Mellotron e chitarre blues, per quanto concerne la presenza strumentale. Poi, ha fatto i nomi di band che abbagliano le… orecchie, per il loro valore storico in campo rock: Led Zeppelin, Black Sabbath e Deep Purple su tutti. E altri. Bene, le 12 tracce di War of Kings pagano dazio ai nomi illustri citati, ma forse i cinque rischiano di dimenticare qualcuno – almeno dal loro punto di vista -, più importante: gli Europe.
È veramente curioso, ma gli Europe pare stiano seguendo il destino di Renoir: dopo aver inventato l’Espressionismo si mise a far autocritica e a studiare i classici. Per gli Europe chi sono i classici? Esattamente le band citate prima. Una curiosità, il titolo War of Kings è stato mutuato da un’opera di Frans G. Bengtsson. In ogni caso: viva i re e il loro nuovo album!
Albertini Massimo, giornalista musicale

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