Sanremo 2014: 3 vincitori, 2 scappati da qualche piano bar degli anni 50, la prima arrivata invece proviene dalle vocine degli anni 20!
Sanremo ce
l’ha fatta di nuovo. Sanremo o Sanramo? Sì, voglio dire con le ramate (per chi
non ha il vocabolario aggiornato: randellate) che ci ha dato anche stavolta
sulle orecchie, è riuscito a non fare un micro passo avanti neanche quest’anno.
Dopo i Deep Purple, i Led Zeppelin, Van Halen e Bonjovi (e sì che quest’ultimi
di melodie se ne intendono, no?), perfino dopo alcune cose dei One Direction o
Coldplay o Muse, qui siamo ancora lontano dal traguardo. Quanto lontano? Diciamo
lontano perfino dai Beatles e i Rolling Stones (ma come, non han detto che
volevano festeggiare i 60 anni? Beatles & Rolling Stones sono di 60 anni
fa! Ma chissà a quali 60 anni si riferivano gli organizzatori…).
E’
incredibile, ha vinto la cantante del grammofono, signorina Arisa, seguita da
uno del quale non si sa bene in che
genere inquadrarlo, tale Gualazzi. Il suo non è jazz, non è rock (a proposito,
complimenti al zanzarone che gli ronzava intorno con la Gibson diavoletto
pensando di fare il rockettaro, una trovata, quest’ultima della mascherata,
che, - probabilmente – non sarebbe andata bene perfino in un festival di
provincia di quart’ultima categoria!), non è leggera, non è classica, mah!
Dulcis in fundo, abbiamo avuto pure Rubino che forsennattava sul piano come
Jerry Lee Lewis il quale, lui J. L. Lewis, era spaventosamente all’avanguardia,
sì, negli anni 50 e non nel terzo millennio, porca miseria miseranda! Ma chi è
che li sostiene questi qua, ‘ragazzi’ nati all’inizio del ‘900 e highlander?
Abbiamo capito che è il festival della canzone italiana, ma non della canzone
italiana di Giacomo Rondinella e Nilla Pizzi, quella è stata una tappa della
canzone italiana, valorosa, ma una tappa: dopo 60 anni ne vogliamo un’altra: è
troppo chiedere questo? Saltando di palo in frasca che dire? Renga si è
presentato con una canzone scarsa, i Perturbazione volevano fare a tutti i
costi figura (eee! Hai voglia se l’han fatta, complimenti per le giacche
brillanti da mago del circo Togni, ma sono band queste?), buona presenza di
Cristiano De Andrè penalizzato dalla parentela troppo importante, bravo
Sinigallia, idem Sarcina, la Ruggeri ha sempre una voce strepitosa. Il governo
di Renzi è stato ben rappresentato anche a Sanremo, deve essere un’epidemia di
antichite acuta: i giovani/vecchi impazzano in tutti gli ambienti. In questi
vincitori e partecipanti c’è indubbiamente un buon numero di giovani e
donne. Il recinto dei big è stato abbastanza
ringiovanito. Certo, ma basta essere giovani e avere le donne in circolazione
per risolvere i problemi dell’Italia che non arriva a fine mese e dell’Italia
canterina? Mi scuso se metto insieme crome e pane (che comincia a mancare nelle
famiglie…), tuttavia il tema base è sempre quello di capire che cazzo si sta
facendo! Non è un fatto anagrafico o di genere, è un problema di idee che non
ci sono! Forse ci possiamo salvare con un governo fatto da Rocco Siffredi al
ministero dello Sviluppo, con il comandante Schettino al ministero dei
Trasporti, alle Integrazioni Peppa Pig o all’Economia Batman? Ma non fatemi
ridere! Ci vuole gente, anche centenaria (escluso Napolitano che ha già
combinato i guai più grossi del dopoguerra…), ma che proponga cose eque per
chiunque viva sotto il Tricolore, ma ‘equo’ è un aggettivo ancora di moda? E,
soprattutto, lo è stato mai? Chiudo questo prologo segnalando chi ha vinto
veramente Sanremo: Ligabue, ospite vincente e dicente qualcosa e,
paradossalmente, il più avanti di tutti. Un consiglio: cosa cazzo stiamo a
mandare in Eurovisione, un paese artisticamente arretrato quanto uno
dell’orbita russa! Teniamolo per noi questo (misero) spettacolo(?).
Qui, a
seguire, qualche riflessione che ho trovato sulla rete.
Arisa è il
vincitrice del Festival di Sanremo 2014 con "Controvento". Al secondo posto
Raphael Gualazzi con The Bloody Beetroots con la loro "Liberi o no. Terzo
classificato Renzo Rubino con "Ora". Renzo Rubino si era già
aggiudicato anche il premio della critica come miglior arrangiamento nella
serata di venerdì. Ai Perturbazone con "L'unica" va il premio della
Sala Stampa Radio Tv Web 'Lucio Dalla', mentre Cristiano De Andrè vince il
premio 'Mia Martini' e il Premio 'Bardotti' come miglior testo con
"Invisibili", la canzone che era stata scartata a inizio concorso e
per cui il cantante era rimasto deluso. Gli ascolti della serata sono stati
decisamente migliori rispetto alla precedente, attestandosi
al livello della prima serata di apertura con uno share del 41,09% nella prima parte tra le
20:58 e le 23:54, mentre dalle 23:54 a chiusura lo share è salito per la
premiazione del vincitore al 53,55%.
Sul palco la vincitrice
di Sanremo ha subito rassicurato il pubblico dicendo che lei non si
scompone molto. In conferenza stampa, subito dopo la premiazione del Festival,
Arisa ha commentato dicendo di essere molto felice della vittoria, che era la
sua prima volta da Big, ed era contenta anche perché crede che la sua canzone
sia estremamente pop e, considerando che Sanremo è un Festival pop(?), secondo
lei era giusto che vincesse. La cantante avrebbe preferito che passasse il suo
altro brano "Lentamente", ma comprende che "Controvento",
essendo proprio più pop, si avvicina di più ai gusti del suo pubblico e di come
la vogliono vedere. Arisa afferma anche di essere felice di aver diviso il
podio con Raphael Gualazzi e Renzo Rubino perché, nel loro caso, è evidente che
c'è stata una ricerca e uno sforzo di portare qualcosa di nuovo, ovviamente la
cosa non è riuscita. Per niente.
Giudizio
critico della faccenda: sono tempi duri per l’Italia delle famiglie in crisi,
sono tempi duri per chi vuole essere aiutato moralmente da quattro versi e
quattro note giuste e sincere, quelle che non ci sono state nel Sanremo di
quest’anno. Ascoltatevi “Tempi duri” di Mimmo Parisi al link seguente: http://www.youtube.com/watch?v=rQEugYXOL40&feature=c4-overview&list=UUUJzvgah1nDZlsvkrL1W7fw
Oppure: http://www.jokeroo.com/videos/tempi-duri-mimmo-parisi.html
Giovanni Contini, giornalista freelance
Giovanni Contini, giornalista freelance
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