Il grande cielo è tutto un trucco?
Siamo qui a fare quattro chiacchiere con Mimmo Parisi, autore del “Grande cielo”.
D. Ciao. Da
dove nasce “Il grande cielo” e come ti è venuto in mente di fare questo disco?
R. Il fatto è che sto rileggendo Spoon River che come tanti ho letto da ragazzo,
avrò avuto 18 anni. Mi era piaciuto, e non so perché mi fosse piaciuto, forse
perché in questi personaggi si trovava qualcosa di me. Poi mi è capitato di
rileggerlo, due anni fa, e mi sono reso conto che non era invecchiato per
niente, mi ripromisi che, appena qualche scintilla giusta si fosse palesata
nella mia mente, ne avrei parlato anch’io. Ovviamente il rimando nel brano non
si nota, sì, voglio dire che non faccio citazioni dirette, ma l’aria che si
respira nella mia canzone è quella della collina americana. Rileggendolo ho
riflettuto su di un fatto: nella vita, si è costretti alla competizione, magari
si è costretti a pensare il falso o a non essere sinceri, nella morte, invece,
i personaggi si Spoon River si esprimono con estrema sincerità, perché non
hanno più da aspettarsi niente, non hanno più niente da pensare. Così parlano
come da vivi non sono mai stati capaci di fare.
D. Cioè,
tu hai sentito in queste poesie che nella vita non si riesce a
"comunicare"? Quella che a me pare la denuncia più precorritrice di
Masters, la ragione per la quale queste poesie sono ancora attuali,
specialmente tra i giovani?
R. Sì,
decisamente sì. A questo punto ho pensato che valesse la pena ricavarne una
riflessione, parole e melodia, che esprimessero il mio punto di vista attuale.
D’altra parte nei dischi racconto sempre le cose che faccio, racconto la mia
vita, certo di esprimere i miei malumori, le mie magagne (perché penso di
essere un individuo normale e dunque penso che queste cose possano interessare
anche agli altri, perché gli altri sono abbastanza simili a me), sì,
decisamente ho cercato di ispirarmi allo ‘spleen’ di Spoon River per mettere
giù qualche verso sulla realtà che vivo io.
D. Bene, a
questo punto ti chiedo una chiusura adatta a “Il grande cielo” e il suo autore.
R. Ti
rispondo tra il serio, il faceto e l’autoironico, vorrei che Francesco Guccini, immenso cantautore che non ha
bisogno certo delle mie congratulazioni, potesse dire di me che anch'io, al
pari di De Andrè, ho capito la lezione di Lee Masters!
Diego Romero
Qui il video:
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